wp-image-1617915178jpg.jpgOggi sarebbero stati 31, e non sapremo mai come sarebbero stati. Ci penso spesso negli ultimi anni, che non so immaginarti adulto, nei ricordi sei cristallizzato ragazzino, coi tuoi 16 anni, sbruffoni e disperati, la risata e gli scoppi di rabbia,  che sembravano vitali, e invece nascondevano fantasmi densi e vischiosi; e oggi, da anni, sul calendario non disegno più  il palloncino, quello rosso, dei compleanni di famiglia. E lo so, non è  a caso, che ho riempito le ore, cadenzato gli impegni, pure un corso in palestra, di quelli che non sono  routine, non nuoto, che fa correre i pensieri, né  tapis roulant, che segna i passi della testa, indicazioni in sequenza, spero, da dover seguire per non confondere destra e sinistra, come mio solito. Forse ti avrei preso in giro, perché  avevi passato i trenta, e ti avrei detto vecchietto, in realtà  non credo, eri tu, quello buffo e simpatico, egocentrico e vanesio,  e ti rivedo bimbo, davanti allo specchio grande, che affermi ” guarda come sono aliganti!”. Di solito lo evito, mi proteggo bene, il tempo è  stato un buon mentore, ma a volte mi coglie di sorpresa l’ immagine di quel che non sarà,  e sogno auguri al telefono, fatti da una vocina piccola e tenera, che inventa canzoni con parole fantastiche e ritmi trascinanti, e un pacchettino stropicciato ad aspettarti, una torta, la preferita del piccoletto,  ché  per lui, tutti i compleanni sono una festa sua. Conoscere la tua persona speciale, e rivelarle particolari buffi e imbarazzanti dell’ infanzia,  facendo finta di nascondertelo,  sapendo che ti racconterà  tutto, e ti dirà  ” lo sa tua sorella, che sei mio? “. E invece, non sarà.  Le sue piccole canzoni le terrò  con me, dopo la scuola un dolcetto, per festeggiare quello che è,  ho imparato a vivere solo per me, scrollando il peso di una felicità  incompiuta da realizzare. La mia piccola vittoria, ricordarti con dolcezza, un sorriso non più  amaro, e trovare un giorno le parole, per raccontare a lui, senza nascondere, con tutto il bello che è  stato. E la tristezza anche, accompagnata da un mantello di amore, per guardarla, senza paura, come quando salta nelle pozzanghere, stivaletti di gomma e un ombrellino colorato, che sembra rimbalzare da solo. Tanti auguri a te, tanti auguri a noi.

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