La passione per le storie, mi ha regalato di conoscerne tante, di incrociare sguardi e riconoscere sorrisi, ho incontrato tante famiglie, tanti figli, ed è molto bello vedere quanto e come le cose stiano cambiando. I genitori adottivi negli ultimi tempi, mi paiono più consapevoli, e più pronti al confronto, più aperti e anche, più informati e partecipi. Però. Noto a volte, che, fermo restando l’ amore, è così forte il desiderio di non commettere errori, che si sacrifica un po’ di naturalezza. Quella che da la libertà di essere imperfetti, di non avere risposte sempre sagge, di non riuscire a contare fino a dieci, e perdere la pazienza, perché siamo umani e succede, fortunatamente a tutti. Lo capisco, la nuova famiglia appare, ed è, un dono prezioso e desiderato, con un equilibrio da costruire e proteggere, che troppo spesso può apparire precario, e magari allora si misura una parola in più, si trattiene uno sbuffo, ingoiandolo. Spesso aiuta, fermarsi prima di agire, riflettere qualche secondo, a volte qualche minuto o anche ora, serve a tutti, ma altrettanto importante, è creare intimità. Una vicinanza emotiva e fisica, di pelle che si conosce, profumi da farsi entrare dentro, costruire una memoria comune, di sbagli, errori, che si possono commettere, perché si sapranno perdonare. La libertà di sapersi accolti, imperfetti e bellissimi, in ogni sfumatura. Lasciare che che la testa dimentichi cosa va fatto, e farsi guidare dall’ istinto, che talvolta sa meglio di noi, cosa serve. Sono famiglie in bilico, non perché insicure, sono spesso saldissime, ma sempre alla ricerca di un equilibrio tra pensieri e sentire, funamboli per scelta, occhi ai piedi, per non perdere la strada, braccia aperte, pronti a volare alto, oltre alle proprie paure. Una cara amica, mamma di due ragazzi, nelle baruffe familiari, tra disordine o compiti da svolgere, esclama “Non vi ho fatti, ma vi disfo!” E trovo perfetto, il modo in cui, mettendo sul tavolo l’ evidenza, si vada oltre, alla sostanza. Senza lasciarsi intimorire dal fatto che i legami familiari siano basati non sul sangue ( come ancora si reputa tanto importante) ma sulla volontà di essere insieme, famiglia. E allora si può regalarsi una naturalezza costruita, e da ridefinire ad ogni mutamento, ma alla fine, questo vale davvero per ogni relazione a cui si dedichi un po’ di noi stessi. Si è famiglia in così tanti modi, e una parte del puzzle è fatta di sbagli clamorosi, di gaffes, parole e silenzi al momento meno opportuno, pezzetti fondamentali, che rendono il quadro finale reale, e non idealizzato, o edulcorato, ché l’ intimità delle famiglie, è sempre sporca di vita e non teme le spiegazzature.