E così, stamattina mi sono preparata, col mio cappottino rosa e molta emozione, sono uscita con un abbraccio e un bacio ai miei ometti, e ho preso un bus mezzo deserto.
Ti ho sentito e ti ho visto, e ho saputo che si, sei proprio tu, e ti stiamo aspettando.
Il nome, anche questa volta, lo ha trovato il papà, e, anche questa volta mi è piaciuto tanto, subito.
Allora stai ancora un po’ al calduccio, che qua fuori è un gran caos, e la tua mamma si è messa i guantini di lattice per proteggerti in autobus, e una signora, con una vita parecchio triste, le ha anche gridato ” stai a casa, disgraziata” .
Ma la tua mamma, quasi non l’ha sentita, era troppo impegnata ad ascoltare te, e poi a telefonare alla sua nonna, per mantenere la promessa che sarebbe stata la prima (dopo Lui grande e Meraviglio) a sapere chi è in viaggio per noi.
Tuo fratello, appena rientrata a casa, mi ha dato un abbraccio e ti ha parlato “evviva! Finalmente so chi sei!” ha detto, sicuro e diretto, perché sostiene che voi bambini vi capite subito.
Il tuo papà, mi ha sorriso, mi ha dato un bacio e ha preparato il pranzo.
Io farò la mia parte, niente sforzi, anche niente passeggiate (ma tanto, te lo racconteremo, in questo tempo, nessuno può passeggiare)e molte coccole e paroline dolci per te; tu fai la tua parte, cresci bene e non fare scherzi.
Hai un papà splendido e un fratellino grande che è il più Meraviglio che potessi desiderare per te, e la mamma, lei ti ama già infinitamente, dalla prima volta che ha saputo che c’eri. Ti aspettiamo, mio piccolo Federico.