Ho ceduto, ho tagliato la frangia, come facevo da studentella ai tempi dell’università. Dato che si dovrà aspettare ancora un bel po’, e non sopportando più capelli sugli occhi, ho tagliato senza rimpianti. Che poi, sono solo capelli e ricrescono. Non lo avrei fatto se avessi avuto una prospettiva certa di quando poter regalarmi una coccola dal parrucchiere, ma non avendo idea di quando potrà essere, per ora va bene così.
È un periodo strano, in cui non mi riconosco pienamente. Non ne uscirò migliore, temo. Cambiata, di certo. Si alternano insofferenza, ansia, a volte un po’ di tristezza, con una strana serenità ovattata di sottofondo, che però ha più il sapore di un ripiego, che di una consapevolezza reale.
Mi sono ripiegata su me stessa, riesco ad essere serena solo rivolgendo lo sguardo alla mia famiglia. Lui grande, lui piccolo e il piccolissimo, più la felina. Solo loro sono il tangibile legame con la vita che ho scelto, e voluto fortemente, la mia felicità stropicciata.
Il resto fatico a farlo entrare.
Lavoro, ché quello mi da sempre uno sguardo più ampio, ma con concentrazione più faticosa, spuntando i miei appunti tracciati sui quaderni e cercandone un senso reale e non solo immaginato.
E gli amici, le amiche, ché per me sono famiglia, fatico però a sentirle. E non per mancanza di volontà o affetto, anzi. È come se, tanto è forte la loro assenza, che i surrogati digitali non mi bastassero più. Le videochiamate iniziali, quando ingenuamente speravamo sarebbe stato più breve, non riesco più a farle tanto spesso. E in questa dimensione, non mi stupisce che siano rimasti più intatti quei rapporti che, per contingenze geografiche, sono da sempre a distanza. Perché quelli sono rimasti uguali, pur con qualche abbraccio dal vivo rimandato, le dinamiche sono quelle usuali, collaudate in amicizie profonde, che si dipanano tra messaggi e telefonate. Per gli altri, soffro troppo i non-abbracci e non trovo soluzioni soddisfacenti.
Lo so, è dura per tutti, per alcuni molto di più, ma ho deciso di non sentirmi in colpa se non riesco ad essere sempre positiva, possibilità che mi sono regalata ad un qualche giro di vita e da allora me la tengo stretta.
Godo di cose immediate, le loro mani sulla pancia che cresce, fare yoga col Meraviglio che mi fa compagnia e mi abbraccia nel mentre. Lui grande che mi fa addormentare, e mi prepara la colazione preferita. Qualche serie tv che riesco a vedere, e i cartoni animati, tutti sul divano.
Faccio progetti a breve termine, voglio comprare fiori per il mio compleanno, tanti. Voglio andare, appena si potrà, nel verde e ad una mostra. Sembrano cose antitetiche e invece sono la stessa: cercare bellezza, ovunque si trovi.