Lui piccolo, che oggi l’ho sgridato fortissimo, perché ha fatto cadere il mio tablet (che nonostante l’urto non si è rotto, non so come) e mi ha guardato, mentre urlavo, con gli occhi pieni di lacrime stupite, chiedendomi scusa.
Mi sono vergognata, tanto, e sono ancora molto triste. Ha pianto lui e ho pianto, disperatamente e senza ritegno io. Davanti a lui e chiedendogli scusa, perché da sempre gli diciamo che per gli oggetti bisogna avere cura, ma per le persone di più, sempre, a prescindere.

Oggi invece ho sbagliato nel modo peggiore, cadendo esattamente da quello che ho sempre fuggito e cercato di tenere lontano.
Si, doveva fare attenzione e glielo avevo detto dieci minuti prima.
Si, sono stanca, mi manca, tantissimo, non vedere gli amici, le amiche, e non condividere questo momento bello con loro, non poter andare in giro a cercare cose per i mie bimbi insieme alla nonna, ovvero la mia, di mamma, e sapere che avrei voluto festeggiare il compleanno che si avvicina con amici e famiglia, magari a più riprese, per prolungare le scuse di stare insieme, e invece no, e anche se so che sarà bello comunque perché ci sono i miei ometti del cuore, un po’ mi rannuvolo.

Perché a tratti mi pare quasi di essermi assuefatta a questa nuova quotidianità, e allo stesso tempo è un modo più sereno per affrontarla e qualcosa che, invece, mi spaventa terribilmente, come se avessi iniziato a giocare al ribasso sulle emozioni e sulle prospettive. Poi, quando si insinua uno sprazzo di vita di prima, con un ricordo o un progetto da modificare, un pensiero che potrebbe guardare oltre ma si ferma, impaurito, sento tutta l’impotenza del momento e mi prende una tristezza diffusa.

Tutto questo per giustificarmi? No, affatto. Forse per provare a spiegarmi che è facile sentirsi una mamma abbastanza bravina (che poi chissà cosa vuol dire davvero), quando gli equilibrismi riescono. Ma quando non mi riconosco neanche io, che non alzo la voce, non uso parole dure, e invece mi ritrovo con un bimbo, il mio lui piccolo, che mi guarda smarrito, allora ecco che è davvero difficile perdonarmi, perché sono le mancanze che più trovo odiose e vedermele addosso, fa male.

Ci sono state coccole, scuse, e molti abbracci, un Lui grande che ha consolato bimbo e mamma, e un piccolo uomo che mi ha abbracciato stretta e mi ha detto “succede anche anche alle mamme di arrabbiarsi tanto”.

Certo, questa mamma qui, stasera ha ancora pensieri pesanti ed è più consapevole che mai, che i propri fantasmi, hanno ombre più lunghe di quando non si creda.

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