L’amore non dà nulla all’infuori di sé, né prende nulla se non da se stesso.
L’amore non possiede né vuol essere posseduto,
Perché l’amore basta all’amore.
(Kahlil Gibran)
Io e Lui grande, che abbiamo pochissime foto da soli, che ci diciamo “ti amo” spesso e volentieri, e inventiamo nomignoli buffi, che fanno ridere il Meraviglio.
Noi che da quindici anni sappiamo che possiamo partire da soli, per ritrovare pezzetti in solitaria, e abbiamo scelto dove tornare, sempre e migliori ogni volta.
È passata l’ora, e quindi è già ieri, che in fila con mobiletti da montare per il piccolissimo, abbiamo raccontato a un lui piccolo saltellante, di come il papà fosse tornato prima dalle vacanze, e la mamma lo aspettasse, con un abito colorato e le stelline negli occhi.
Ci siamo detti che festeggeremo, da soli, e speriamo di farcela, ché soli, da qualche mese non lo siamo proprio mai e invece è bello, qualche volta.
Perché siamo emozionati e un po’ sospesi, in questo tempo di attesa e nuovi equilibri, e abbiamo voglia di dircelo, e anche di ritrovarci spensierati, con la testa leggera e un briciolo di incoscienza che faccia dire “come sempre, ce la faremo”.
E mentre avvitiamo e cerchiamo soluzioni per il nido in evoluzione, guardo questo quarantenne che inizia ad avere qualche filo bianco, tra la barba, come io d’altronde, ne ho tra i capelli, e penso che l’amore per me è questo, sapere che oggi è meglio di ieri, e domani sarà meglio di oggi.
Non perché non ci siano le tempeste, ma perché so che vogliamo navigarle insieme.
Tanti auguri a noi, che, ancora più di prima, allungando la mano, sappiamo a memoria le dita che incontreremo e allo stesso tempo siamo curiosi di scoprirne nuovi intrecci possibili; stringerle e pensare che sono perfette per noi.