Mi cerco e mi chiedo come mi troverò dopo, divisa tra il timore di non sapermi ricomporre e la curiosità di scoprire come lo farò questa volta.

Perché lo so che non sono fatta per fare solo la madre e temo quei mesi in cui, inevitabilmente mente e corpo sono (quasi?) totalmente dediti alla nuova vita. Ho paura della solitudine, del ritrovarmi a parlare solo di bambini o di farlo io per prima, annoiando chiunque oltre me stessa.

Paura di dover ricominciare tutto, di lasciare i progetti a cui tengo in attesa per troppo tempo, di sbagliare a dire troppi si e di sbagliare altrettanto dicendo troppi no.
Di restare ferma, con la testa prima di tutto, con idee atrofizzate dal non trovare uscita.

Mi dicono che sarà diverso, perché è un secondo bimbo, e un pochino si è già rodati.
Io so che devo allenarmi a delegare, su più fronti, vincere il brivido dell’indispensabilità, lasciare che altri si prendano cura, anche di me, e imparare la libertà di non poter far tutto, priva però del senso di colpa che, da sempre, mi accompagna quando non riesco a soddisfare quelli che sono i miei standard.
Fare un passo indietro, per prepararmi a saltare ancora, più lontano e più in alto.

Mi chiedo se saprò cercarmi, se mi riconosceró lo sguardo nuovo e se mi piacerà quel che vedrò. Perché, bisogno l’ho avuto sempre, se non di piacermi, di sapermi me stessa.

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