Trentacinque anni fa, una bimbettina spaurita, arrivava a Linate e le veniva dato in mano il primo e ultimo Plasmon della sua vita (schifato il primo e mai voluti). L’orsetto con la papalina rossa, che mi ha seguito in ogni trasloco e ora riposa, ricucito variamente, nella scatola di ricordi, era stato dimenticato in auto, da due genitori frementi. Mi par di vederli, più o meno miei coetanei di adesso, con le guancine rosse e gli occhi luccicanti, come li so quando sono molto emozionati.
Sulla bimbetta è cresciuta tanto, talvolta la vedo nello specchio e ora le sorrido, perché passeranno anni e dolore, ma è qui e anche se i plasmon continuano a non piacerle, gli orsetti invece le stanno molto simpatici. Infatti, ne ha due.
Buon non-compleanno a me, alla bimba che sono stata e alla donna che sono ora.

Alcune date sono anche sentimenti contrastanti, ambiguità ed emozioni aguzze che necessitano di essere accolte, con tenerezza e ascolto. Oggi è stata una giornata un po’ faticosa, piccole cose stonate che pur nell’amore dei miei ometti, mi ha portata ad andare a letto con una sensazione di irrequietezza profonda. Ora lo so, è questo sentirmi felice e instabile allo stesso tempo, immaginare vite possibili, non come esercizio di fantasia ma per curare strappi che non hanno risposte sicure.
Ricordarlo, anche da grandi, serve sempre. Guardarci dentro, è, per me, imprescindibile.
E ancora di più, proprio per questo, buon non compleanno a me.

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