Oggi mi sono scontrata con il privilegio in modo inaspettato e che mi ha colpita forte, come uno schiaffo.
Oggi mi sono scontrata con il privilegio.
Il mio.
Per questioni personali stavo parlando con una persona e mi sono resa conto di vivere un privilegio di cui si, ero teoricamente consapevole, ma che non avevo mai visto in modo così chiaro.
Non importa di quale privilegio si tratti, quello contro cui ho sbattuto è stata la difficoltà che talvolta si ha nel riconoscere i propri privilegi nelle pieghe della vita che ci è sempre sembrata normale, e a cui quindi non abbiamo pensato.
Me ne sono accorta e all’inizio ho provato un moto di imbarazzo misto a senso di colpa (quello sempre, non me lo lascio scappare), a cui è seguito l’ impulso da “aggiustatrice”, una sorta di deus ex machina senza effetti speciali ma con la stessa spinta risolutrice.
Ho respirato e mi sono morsa la lingua.
Ho ascoltato. Poi, e solo poi, davanti ad una richiesta ho risposto.
È stato un momento difficile e ringrazio di essermi i trovata, di aver fatto fatica.
Perché molto spesso sono chi fa notare i privilegi altrui, chi prova a riconoscerli e scardinarli e pur riconoscendo i miei più immediati e visibili credo sia molto utile trovarsi dall’altra parte almeno per tre buoni motivi.
Primo, per trovarsi nei panni di chi, in buona fede, non conosce i propri privilegi ma è (più o meno) pronto a mettersi in discussione;
secondo, per ricordarmi sempre che si possono avere privilegi e allo stesso tempo non averne altri, perché siamo esseri complessi, articolati e imperfetti. Per fortuna.
Terzo, per ricordarmi che avere privilegi ( ne abbiamo quasi tuttə) non è di per sé una colpa ma evitare di guardarsi per paura di doverne ammettere, ormai non credo sia più accettabile.
Oggi sono cresciuta ancora un pochino.
#privilegio
#leparoleperdirlo