Giorni di attese, alcune col fiato un po’ sospeso, e ci vorrà ancora un po’ per renderle totalmente serene, altre solo curiose e belle, profumate di un bimbo che sorride nel sonno , con la manina sotto la guancia, come nei disegni, e che si sveglia la mattina esclamando “io sono un bimbo felice!”, catapultadomi giù dai sogni e correndo dai nonni, in cucina. Aspettare che le assenze brucino meno, ma trovarle sempre qui, in questa casa che le ha conosciute quasi tutte e ne conserva i ricordi. E fa un po’ male e un po’ commuove, sentire lui piccino che le nomina (solo con me) senza il dolore della mancanza ma con una familiarità che è una carezza. Sapergli raccontare chi non c’è più e non per vecchiaia, è uno dei pensieri che mi accompagna da sempre. Lui rende tutto semplice. Buona vigilia a noi, con le carote per le renne, il bicchiere di latte e i biscotti toscani, tutto su un vassoio a fiori molto vicino alla finestra, “così è più comodo per lui, che è un po’ cicciottello e stanotte deve fare veloce”. Le attese le ho sempre amate, questa la ricorderò certamente.