Ma senza parlare di di colpa, che sottende fin troppi strati di moralismo, mi piace pensare alle responsabilità e lì sì che se ne riconoscono molteplici e con un peso significativo, perché ci sono adultə che non fanno il loro lavoro , che non pensano all’importanza di costruire gruppo, di tenere insieme tuttə, di accogliere fragilità ma piuttosto scaricano tutto su figure esterne e comunque lontano da sé. Ci sono riflessioni sulla fragilità che questo nasconde ma non ora e soprattutto se sono adultə, non a discapito dei bambinə .
Sono state lacrime di frustrazione e di ( forse) impotenza nel sapere e vedere che strategie da proporre ce ne sarebbero ma che non vengono neanche prese in considerazione perché manca un passaggio fondamentale: mettere in discussione che il proprio approccio se non ,anche, almeno un po’ se stessə.
Mi porto dentro un senso diffuso di ingiustizia ma visto che non so arrendermi a questo se penso si possa fare qualcosa, proverò a fare quel che posso, senza occupare spazio che non mi competono ma solo offrendo la mia parte, come so, come riesco.
P.s. questo non è un post contro i docentə, di cui stimo il lavoro che fanno, e di cui conosco una rappresentanza che svolge bene e con impegno trasversale il proprio compito. Ma è perché sono sempre troppo pochə, perché sempre più sembra di essere fortunatə a trovarne, mentre dovrebbe essere garantito.