Natale per me è così, un miscuglio di lucine e canzoni che mi riportano bambina e le troppe assenze che mordono più forte del solito.

Quest’ anno poi ci sto arrivando di corsa, lasciando a metà il calendario dell’ avvento di cose da fare insieme ai bimbi e con le caramelle riciclate dai rimasugli di Halloween, con workshop che finiscono e progetti pronti ad iniziare insieme all’anno nuovo, con molto da scrivere e troppi pensieri che non sempre trovo in ordine e che avrebbero bisogno non solo di tempo quanto di spazio, per essere messi in fila.

Non mi lamento, ho molte fortune e le so, ma a volte vedo i film di natale guardo a quelle famiglie tutte riunite, tutte insieme, dove ognuno ha il suo posto, magari ammaccato ma perfetto nell’incastro e mi manca terribilmente quella sensazione di esserci tutti intorno alla tavola.

Guardo loro tre, il grande e i piccoli, e mi so fortunata, con le mie ombre e i pezzi persi, intera e in evoluzione allo stesso tempo, in cerca di equilibrio come forse siamo tuttə, su un filo che insegna quanto lieve sia la distanza tra danzare e cadere, e per ogni passo promette una meta sempre nuova.

Forse natale è uno dei miei periodi preferiti per questo suo saper tenere insieme la malinconia per chi manca con lo stupore bambino del topino che guarda affascinato le luci dell’albero, topetto che insieme a me incarta i regali e i biscotti con la frolla pronta ma le formine fiocco di neve che lo fanno belli lo stesso.

Un sorriso per le assenze e uno più grande per chi c’è, il mio regalo parte da qui.

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